HELLAS MILANO TOUR: Reggio Emilia


Terza uscita stagionale per il Gruppo HELLAS /=\ MILANO che per la prima volta esce dai confini della Lombardia e, dopo Cremona e Crema, sconfina in Emilia Romagna, destinazione finale: Reggio Emilia.

Partenza in tarda mattinata, dopo la colazione milanese di rito, e dopo aver accumulato le provviste per la sopravvivenza minima: 16 panini, 8 litri di birra, 2 litri di vino e una grappa.

Superati un paio di pulman nerazzurri con destinazione Roma, la macchina gialloblu si ferma per la prima sosta, dove verrà data una prima sfoltita alle derrate enogastronomiche e dove soprattutto verranno acquistate le maschere, destinate a diventare una delle "firme" del Gruppo Hellas Milano. Alla cassa: "3 maschere e 3 caffè", "ma... siete sicuri?!", "perchè?! il caffè non è buono?!"

Arrivati al casello di Reggio e dribblati i primi controlli si arriva in zona stadio e, come prevedibile, ecco il primo posto di blocco di vigili a sbarrare gli accessi allo stadio. Come prevedibile, le informazioni chieste ai vigili per arrivare al settore ospiti dicono tutto e il contrario di tutto e, dopo essere stati sballottati tra una rotonda e l'altra come nel miglior ufficio burocratico italiano, eccoci ritornati alla rotonda originaria, davanti al primo vigile che, non capendoci più un cazzo degli ordini ricevuti, decide di togliere la transenna e farci passare: WE'LL BE COMING...

Sono circa 900 i gialloblu arrivati a Reggio Emilia, e fin dal primo minuto dimostrano una compattezza che sembra far dimenticare il difficile momento, fatto di tante tensioni interne, che la tifoseria scaligera sta attraversando. La prestazione degli uomini di Remondina, invece, è al limite dell'indecoroso. Il mister ha, per scelta e per necessità, rivoluzionato la squadra: vanno in campo Ceccarelli in difesa, Campisi come mediano al posto di Bellavista, mentre Corrent lascia spazio a Parolo. Ritorna Anaclerio come esterno d'attacco e Scapini viene preferito a Girardi come terminale offensivo. Dopo la squalifica rientra anche Tiboni e per lui ritorna anche la solita malgradita collocazione come attaccante esterno. Completano l'undici gialloblu i confermati Rafael, Mancinelli, Bergamelli, Moracci e Garzon, a riproporre il 4-3-3 tanto caro al mister, ma tanto maldigerito dai giocatori. E il campo lo conferma, con un primo tempo i cui l'Hellas è un non-pervenuto e che chiude il tempo a reti inviolate solo per la giornata di grazia del portiere brasiliano.

Nella ripresa, come spesso accade, Remondina rinsavisce parzialmente, passando al 4-3-1-2: esce un deludente Anaclerio ed entra Corrent che va a posizionarsi al posto di Parolo, spedito dietro a Scapini e a Tiboni, finalmente accentrato. Si gioca un po' meglio, anche grazie alla Reggiana che resta ingenuamente in dieci al quarto d'ora della ripresa. Ma chi si aspetta una partita rovesciata resta deluso. L'Hellas prende per mano la partita, ma solo nel possesso palla, perchè il portiere reggiano continua a restare inoperoso, e non si addormenta solo perchè Scapini lo chiama ad una facile parata a conclusione della migliore azione veronese: scambio rapido in mezzo al campo e lancio lungo per Parolo che, dalla fascia destra, si beve un paio di granata, entra in area e fa partire il cross. La punta di Bovolone è sola, sul vertice dell'area piccola ma, anzichè stoppare e depositare in rete, colpisce frettolosamente di testa in una coordinazione non perfetta: l'Hellas di Reggio Emilia è tutto qui.

Termina poi anche il momento di "saggezza" di Remondina. Dopo aver finalmente accentrato Tiboni ad inizio ripresa, lo fa uscire dopo neanche quindici minuti per far entrare il macchinoso Girardi e, a cinque minuti dalla fine, quando si potrebbe cercare di spingere contro una Reggiana in dieci, richiama in panchina Parolo per inserire Puccio. L'unica spiegazione possibile è il minutaggio dei giovani per avere i contributi federali, perchè di spiegazioni tattiche si fatica a trovarne. Finisce a reti bianche, va di lusso sicuramente al Verona, dato che i granata hanno sicuramente meritato di più, ma non è stato certo uno spettacolo confortante per i 900 gialloblu.

Si rientra verso Milano, senza neanche la consolazione di essere sempre gli ultimi a partire dal parcheggio ospiti. La polizia infatti, dopo qualche decina di minuti, fa sfollare tutte le macchine scaligere che si stavano attardando. Si troverà comunque lungo il percorso il modo di perdere tempo. Prima all'autogrill, con un saluto agli Ultras Fiorenzuola di ritorno dalla trasferta di Castellarano e poi alla barriera di Milano, dove un medico bergamasco ha movimentato il rientro in città dei "butei". Arrivati a destinazione, la trasferta del Gruppo Hellas Milano si conclude con l'apertura delle ultime due lattine di birra rimaste. Arrivederci a Portogruaro, ma la testa è già rivolta all'8 novembre, con la "trasferta in casa" di Sesto San Giovanni.

2 commenti:

Lu-ca-71 ha detto...

cirrosiepatica tumore al fegato son da Hospedal|!!!!!!!!

Lu-ca-71 ha detto...

Cirrosi epatica tumore al fegato
semo da Hospedal